Ci manca così immensamente che lo tratteniamo in ogni nostro gesto, sguardo e decisione tra le pareti di questa galleria.
Lo celebriamo come sicuramente avrebbe apprezzato: con la pittura, con l'inaugurazione della mostra di un artista di grande qualità, gentilezza e valore, come era lui, uomo e pittore.
Oggi ho tra le mani la rivista svizzera di Matteo Bianchi Pagine d'Arte, che lo ricorda con le belle parole di Elena Pontiggia, alla quale mi affianco pensando a Dino con tutto l'affetto, con tutta la nostalgia, con tutto il rispetto e la gratitudine di cui sono capace.
Marta Silenzi
Anche se la vita lo aveva condotto su varie strade, Dino Baiocco era, soprattutto, un innamorato della pittura. A Civitanova Marche, dove era nato, aveva aperto con Giorgio Luzi la Galleria Centofiorini che è stata per tanto tempo la galleria milanese più a sud di tutte. Artisti di Milano come Della Torre, Forgioli, Lavagnino, Olivieri, Raciti, Vago, a cui vanno aggiunti artisti di altri luoghi, ma segnati da una stessa sensibilità, come Savinio e Cavalli, sono passati tante volte in quella galleria, in un'al del cinquecetesco palazzo Cesarini Sforza, affrescato dal Tibaldi.
Dino amava la pittura di un amore particolare, perchè lui stesso dipingeva, anche se considerava il suo lavoro con l'umiltà che hanno sempre le persone di valore.
Personalmente l'ho conosciuto nel 1987, grazie a Lavagnino. Da allora Civitanova ha fatto parte della mia geografia di viaggi e la famiglia di Dino, con Graziana e il figlio Simone, della mia geografia di affetti. I ricordi sarebbero tanti, ma vorrei sceglierne uno, emblematico non solo dei nostri vincoli di amicizia, ma di come vanno le cose in Italia.
I lettori di questa rivista sanno certamente chi è Broggini, uno dei protagonisti della scultura italiana del Novecento. Una quindicina di anni fa nella chiesa trecentesca di Sant'Agostino, a Civitanova, Dino aveva organizzato con Giorgio Luzi una grande antologica dello scultore. La mostra era accompagnata da un catalogo che, nonostante la mia firma, è rimasto il maggiore mai realizzato su Broggini, almeno per ampiezza d'immagini e capillarità di dati. Credete che Baiocco abbia ricavato qualche riconoscenza per quell'impresa, che era stata faticosissima? Figuriamoci. Ci fu anzi chi protestò perchè l'amministrazione locale aveva esposto un artista sconosciuto che non c'entrava col territorio.
Non voglio però terminare questa pagina con una nota polemica. e allora ricorderò un altro episodio.
Lo scorso agosto, per i suoi ottant'anni, la sua città gli aveva dedicato un'antologica ma, per un disguido organizzativo, l'inaugurazione era stata rimandata di un giorno senza che Dino lo sapesse. Ne era rimasto amareggiato, ma il disappunto gli era svanito subito, discutendo di pittura con gli amici. Mosso da un entusiasmo indifeso verso le cose che amava, provava una felicità fanciullesca quando parlava d'arte. "Per me è stata una vera fortuna conoscere la pittura" aveva esclamato con semplicità, alla fine.
Era già malato ma nessuno immaginava che il suo tempo sarebbe stato breve. E così tutti noi, suoi amici, abbiamo perso in quel momento - e per sempre - l'occasione di dirgli: " Per noi è stata una vera fortuna, caro Dino, conoscere te".
Elena Pontiggia
Ricordo di Dino Baiocco
Pagine d'Arte n.18 - 2012
pp. 49, 50, 51
Dino Baiocco - Rose, 1993, olio su tela
un vero onore. averti avuto accanto. esserti stata amica. imparare da te. volerti bene.
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